Oggi vi voglio parlare di un altro piccolo libro che ha segnato la mia vita in un momento molto difficile. Credo fermamente che anche un libro possa essere “curativo” e lo consiglio a tutti senza limiti di età.
Vi presento un magico libro-medicina:
Il giardiniere dell'anima di Clarissa Pinkola Estés edito da Frassinelli (collana Narrativa).
Newsweek l’ha definito come: ”Una voce ipnotica con una capacità straordinaria di raccontare storie”.
Molti di voi ricorderanno il nome di questa scrittrice: Clarissa Pinkola Estés magari per aver letto o sentito parlare del suo primo libro un clamoroso caso editoriale: “Donne che corrono coi lupi”, libro che è stato tradotto in diciotto lingue e per oltre due anni è stato nelle classifiche dei libri più venduti e al top nella mia classifica personale
(sicuramente ne parlerò più avanti).
(sicuramente ne parlerò più avanti).
Ma ora vi voglio parlare di questo gioiello: il giardiniere dell’anima, una favola senza tempo che nasce dai riferimenti autobiografici di Clarissa, la cui famiglia o meglio quello che ne rimane, è giunta in America dopo essere sopravvissuta a un campo profughi europeo della Seconda Guerra Mondiale.
I protagonisti del libro sono: un adulto e un bambino.
Lo zio ungherese che di professione fa il giardiniere ed è un incredibile racconta storie regala, alla sua nipotina, tanti piccoli episodi di vita, frammenti di saggezza racchiusi come dentro a una serie di matrioske, tutti marchiati da un’unica grande verità: la vita si ripete, si rinnova e per quanto calpestata, sradicata o torturata possa essere, essa possiede il prodigio di rigenerarsi se solo si coltiviamo la speranza e l’attesa.
Troppo spesso ci dimentichiamo che l’uomo è stretto alla Terra da un patto con la Vita e che la vita è proprio una “semina”… Sì avete capito bene :)
Io stessa ho imparato che Vivere è seminare, gettare i semi in profondità, all’interno di quei solchi che scaviamo pazientemente e con fatica durante tutta la nostra esistenza: nel lavoro, nelle relazioni con gli altri, nelle nostre parole …
Vivere è un azione che richiede coraggio. Un coraggio smisurato.
Il coraggio di abbracciare la possibilità, di aprirsi alla bellezza, generando, senza prevederlo, piante rigogliose anche se esistono circostanze amare che potrebbero distruggerle. Non sempre il seme che gettiamo vive. All’improvviso può sopraggiungere il gelo o la grandine o peggio una miriade di cavallette ... Nessuno lo può prevedere e nessuno ti insegna come sopravvivere al “dopo”, se uno dei tuoi semi muore.
A volte dopo una grande perdita o un dolore insostenibile la potenza della vita diventa quasi insopportabile. Tutto continua nonostante tutto, anche se tu magari vorresti fermare le lancette del tempo. Ma la verità è che nonostante tutto, il miracolo della vita continua e scopri che ci vuole molto più coraggio a vivere che a morire e che con il tempo, il sole che era una lama che ti feriva gli occhi, ogni volta che alzavi la tapparella all’inizio di un nuovo giorno, è semplicemente il sole, un nuovo inizio. Sta a te scoprire il frammento di bellezza che racchiude, sebbene sia minuscolo. E scopri che potare il ricordo è un atto necessario affinché la pianta possa vivere e germogliare di nuovo...